L’architettura è l’arte di creare un rifugio per le comunità, non solo per gli individui: le comunità e la società in generale. Ma sarete d’accordo con me che questi “rifugi” debbano essere anche belli! Vitruvio scrisse che l’architettura si basasse su tre principi: solidità, utilità e bellezza. Credo che queste idee siano ancora molto attuali. I tempi cambiano e l’architettura è uno specchio di questi cambiamenti.
L’architettura è l’espressione costruita di quei cambiamenti, ma non risponde solo ai bisogni e alle necessità delle persone e delle comunità che esse compongono, ma anche ai loro sogni e desideri. Anche la capanna più modesta al mondo non è solo un tetto. È più di un tetto. Sta raccontando una storia: racconta una storia sull’identità delle persone che la vivono. Gli individui. L’architettura è l’arte di raccontare storie. Costruire edifici per questa bellezza rende le città luoghi migliori in cui vivere.
Pensando la relazione che la bellezza intrattiene con l’architettura, è naturale sostenere che l’arte di costruire case è in stretto rapporto con la natura e lo spirito dell’uomo, giungendo nemmeno tanto implicitamente a osservare che ne consegue grande responsabilità per colore che progettano luoghi abitativi.
Parlare di bellezza significa domandarsi su uno strumento fondamentale dalla sua comprensione del mondo. Riconoscere la trasparenza del bello alla verità e al bene significa riconoscerne la natura propria e la necessità intrinseca. Negare questo legame significa negare la realtà della bellezza stessa.
La vera bellezza è quando l’invisibile si unisce al visibile, emergendo sulla superficie. Questa è la bellezza che può trasformare le persone in persone migliori, facendo passare una luce speciale nei loro occhi. Costruire edifici per questa bellezza rende le città luoghi migliori in cui vivere. Le città migliori rendono i cittadini migliori. Questa bellezza, questa bellezza universale, è una delle poche cose che può cambiare il mondo.
Giulia Nari
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